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Tenne fede al suo motto: “Vivi veloce, muori giovane e lascia dietro di te un cadavere gradevole”. La gradevolezza del cadavere è opinabile, ma tutto il resto non fa una piega.
Venticinque anni dopo il mito rimane indelebile a testimonianza dello spessore di un personaggio le cui doti andavano ben al di là della mimica o della comicità surreale. Un vero “artista” ben lontano dai comici di oggi che il pressappochismo moderno definisce tali a sproposito. Molti sono stati i suoi meriti…per citarne alcuni si può dire che ha sdoganato il rhythm & blues, ha dimostrato che si può star bene anche con un corpo appesantito da bulimia, droghe e alcool (chi non ricorda la sua classe di ballerino?) e infine è stato l’icona di un’Era, la fine del XX secolo, di cui tutt’ora le generazioni
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Se invece vogliamo dire qualcosa che forse non tutti sanno bisogna parlare della sua vita.
Si dice che si nasce incendiari e si muore pompieri: per John è stato l’esatto contrario. Nato a Chicago il 24 gennaio 1949 da padre albanese e madre statunitense era partito molto bene. Studente modello alla Wheaton Central High School, capitano della squadra di football, consegue una sorta di laurea breve in discipline artistiche. Durante gli studi conosce la donna che diventerà sua moglie, Judith Jacklin. Passando da momenti di esaltazione a fasi di disperazione acuta incomincia a farsi coraggio con droga ed alcol. Supera i primi provini e ottiene parti minori in alcuni films finchè nel ’75 la svolta: la NBC crea il programma comico “Saturday Night Live”; si impone con il suo poliedrico talento ed entra in contatto con Dan
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La sua filmografia conta 5 films, ma le sue maschere immortali saranno sempre quelle di Bluto Blutarski e Jake Blues. Sottile è la linea tra biografia e finzione.
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